Il patrimonio costruito con una vita di lavoro rischia di essere polverizzato da tasse e litigi se non gestisci bene il passaggio.

Vediamo insieme quali strumenti hai a disposizione per gestire il passaggio generazionale e trasmettere il tuo patrimonio nel tempo, nel modo migliore.

Come e a chi trasmettere il proprio patrimonio?

La gestione del passaggio generazionale è un tema che tocca diversi ambiti, non sempre solo tecnici.

Prima di pensare a come trasmettere il patrimonio è necessario avere ben chiaro a chi va trasmesso.

Qui il Codice Civile lascia poco spazio alla fantasia e individua perfettamente quali sono le quote che spettano a ogni erede, in maniera univoca, a seconda della composizione delle famiglie, anche quando queste sono “allargate”.

Sempre il Codice Civile prevede che ci sia in ogni caso una “quota libera” di eredità, più o meno ampia a seconda della composizione del nucleo familiare, che rimane disponibile.

Ogni persona può decidere come questa quota libera del proprio patrimonio vada indirizzata, anche al di fuori dell’asse ereditario.

La gestione del passaggio generazionale può diventare a volte un momento delicato e pericoloso per l’armonia e l’integrità familiare.

Le questioni possono diventare molto intricate quando di mezzo ci sono unioni diverse, figli nati da unioni differenti (registrate e non) e magari all’interno del patrimonio c’è pure un’azienda che va tutelata e salvaguardata.

È chiaro che il tema della continuità e dell’integrità aziendale è uno dei temi principali quando si parla di passaggio generazionale.

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Non ultimo è da considerare il tema dell’ottimizzazione fiscale, che diventa cruciale quando si intende ridurre al minimo l’impatto del fisco sulla trasmissione della propria ricchezza.

Ecco che allora gestire il proprio passaggio generazionale senza lasciare le cose al caso diventa imperativo.

Per farlo nella maniera giusta che ti permetterà di evitare conflitti familiari, problemi alla tua azienda e allo stesso tempo gestendo al meglio la fiscalità, è bene che tu conosca quali strumenti hai a disposizione.

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Quali sono gli strumenti per affrontare il passaggio patrimoniale?

Non esiste lo strumento perfetto per tutte le occasioni, a seconda della complessità famigliare, degli obiettivi, del patrimonio e delle eventuali necessità aziendali, possono andar bene strumenti diversi. In qualche caso sono necessari più strumenti da integrare tra loro.

Una volta individuati gli strumenti che più possono essere utili al proprio caso, questi vanno approfonditi, studiati e architettati con la regia di uno o più consulenti specializzati e preparati.

Andiamo quindi a fare una breve carrellata sui principali strumenti di trasmissione patrimoniale che abbiamo a disposizione.

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1. Testamento

Spesso le cose semplici sono quelle che funzionano meglio, in certi casi un testamento è lo strumento che può aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi in maniera efficiente.

L’art. 587 del codice civile definisce così il testamento:

“Il testamento è un atto revocabile con il quale taluno dispone, per il tempo in cui avrà cessato di vivere, di tutte le proprie sostanze o di parte di esse”.

Parte della grande efficienza di questo strumento sta in alcune parole che il Codice Civile usa nella definizione, cioè “è un atto revocabile”.

Proprio la revocabilità e la semplicità dell’atto sono le caratteristiche che rendono il testamento estremamente efficiente.

Se ci sono situazioni che possono cambiare nel tempo, oppure è necessario che alcune condizioni si verifichino o che qualche erede cresca e si palesino le sue capacità manageriali; ecco che il testamento diventa uno strumento perfetto per gestire la situazione del momento, senza pregiudicare eventuali modifiche nel futuro.

Più il caso è complesso, più è necessario che il testamento venga redatto attraverso l’assistenza di professionisti.

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2. Patto di famiglia

A volte il testamento da solo non è sufficiente a garantire la trasmissione del patrimonio secondo scopi specifici, soprattutto se di mezzo c’è un’impresa.

Ecco che un un buon patto di famiglia può consentirti di salvaguardare al meglio l’impresa e la sua continuità.

Vediamo quali sono le principali caratteristiche del patto di famiglia e come ti può aiutare a trasmettere il patrimonio secondo le tue volontà.

Il Consiglio Nazionale del Notariato spiega così il patto di famiglia:

“Si tratta della possibilità per un imprenditore di gestire il passaggio generazionale della propria impresa, trasferendo ad uno o più discendenti l’azienda o le quote di partecipazione al capitale della “società di famiglia”, senza che vi possano essere contestazioni in sede di eredità.”

Dunque, il patto di famiglia deve essere stipulato con atto pubblico notarile e vi devono partecipare coloro che sarebbero legittimari.

Ossia devono essere presenti tutti gli eredi che la legge prevede non possano essere esclusi – ad esempio il coniuge e i figli, se in quel momento si aprisse la successione dell’imprenditore.

Il patto deve prevedere che i beneficiari assegnatari dell’azienda o delle partecipazioni societarie “compensino” gli altri partecipanti al contratto con il pagamento di una somma corrispondente al valore delle quote riservate ai legittimari.

È possibile che questi ultimi rinuncino in tutto o in parte alla compensazione.

I contraenti possono convenire che la liquidazione, in tutto o in parte, avvenga in natura, ossia ricevendo alcuni beni al posto del denaro.

In questo caso i beni in natura assegnati a favore degli altri legittimari (non assegnatari dell’azienda) “sono imputati alle quote di legittima loro spettanti”, cioè sono da considerarsi un anticipo sulla futura eredità.

All’apertura della successione dell’imprenditore alcuni nuovi soggetti possono assumere la qualifica di legittimari dopo la stipula del patto di famiglia.

Possono ad esempio diventare nuovi legittimari il nuovo coniuge dell’imprenditore vedovo o celibe, dei nuovi figli.

In questi casi costoro potranno chiedere ai beneficiari del patto di famiglia il pagamento di una somma pari al valore della quota di legittima che gli spetta per legge.

Il patto di famiglia può essere sciolto o modificato dagli stessi soggetti che vi hanno partecipato, in due modi:

  • con un diverso contratto, stipulato sempre per atto pubblico;
  • mediante recesso – se previsto nel patto di famiglia.

La funzione più importante dello strumento è proprio quella di consentire il trasferimento “in vita” delle partecipazioni aziendali in maniera reversibile, evitando che in caso di successione dell’imprenditore le partecipazioni trasferite possano essere oggetto di di riduzione o collazione.

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3. Holding di famiglia

Le holding di famiglia sono società di capitali destinate ad acquisire e detenere partecipazioni in altre società.

Le loro peculiarità sono:

  • i soci sono membri di una stessa famiglia;
  • il controllo è concentrato nelle mani del fondatore;
  • il fondatore conferisce nella holding le proprie partecipazioni detenute nelle società operative;
  • gli eredi che acquisiscono quote del capitale della holding conferiscono le proprie partecipazioni detenute nelle società operative;
  • le partecipazioni detenute consentono di controllare in modo unitario la/le società operativa/e appartenenti allo stesso nucleo familiare.

Con l’attribuzione di un ruolo definito all’interno della holding di tutti gli eredi, si possono evitare eventuali conflitti tra i diversi soggetti della famiglia.

Il controllo è nelle mani del fondatore. I ruoli sono stabiliti ed è possibile quindi valorizzare i membri della famiglia che si dimostrano capaci e desiderosi di proseguire nella gestione aziendale.

In questo modo un veicolo societario può essere un valido strumento per consentirti di rimanere al comando della tua realtà, prevenendo i conflitti interni attraverso l’unione dei diversi rami familiari e nel contempo preparare il terreno per quando arriverà il momento di trasmettere il patrimonio in maniera definitiva.

4. Trust

A volte si possono avere diversi obiettivi contemporaneamente, con la necessità di strumenti polifunzionali. Uno strumento di questo tipo è il trust.

Il trust è un rapporto giuridico in cui un soggetto disponente, in inglese “settlor”, trasferisce la proprietà di tutti o parte dei suoi beni, a un altro soggetto detto “trustee”.

Il trustee ha il compito di amministrare e gestire questo patrimonio, nell’interesse di uno o più soggetti beneficiari o con l’obiettivo di raggiungere uno scopo definito dal disponente.

Esempio classico e reale di trust è quello in cui i genitori di un figlio disabile affidano un determinato patrimonio al trustee, affinché il patrimonio conferito sia gestito e amministrato con lo scopo di garantire al figlio l’assistenza e la cura anche dopo la morte dei genitori.

Il trust è uno strumento efficiente per trasmettere il patrimonio sia dal punto di vista fiscale che dal punto di vista aziendale.

Se è efficiente per trasmettere il patrimonio lo è anche nel caso opposto, quando non si vuole che un figlio molto problematico possa entrare in possesso dell’azienda o del patrimonio.

Il trust consente quindi di assicurare il mantenimento del figlio problematico evitando allo stesso tempo che possa dissipare il patrimonio o influire sull’attività aziendale.

Il trust è uno straordinario strumento per proteggere il patrimonio da terzi, al tempo stesso consente di trasmettere il patrimonio secondo i voleri del disponente ed è efficiente dal punto di vista fiscale perché riduce l’impatto delle imposte sulla successione.

Permette di mantenere il patrimonio unito e dà la certezza che i beni andranno amministrati secondo le indicazioni, garantendo così il rispetto da parte degli eredi.

Da sottolineare che il patrimonio che il disponente conferisce nel trust è di fatto segregato e quindi non aggredibile né dai suoi creditori, né da quelli del trustee. E neppure da quelli del beneficiario.

Vista la complessità e la delicatezza dello strumento, risulta fondamentale farsi assistere da strutture specializzate e di provata esperienza durante la fase di costituzione del trust.

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Come combinare al meglio gli strumenti del passaggio generazionale?

Come già evidenziato in precedenza non esiste uno strumento che vada bene per tutte le situazioni e che consenta di trasmettere il patrimonio risolvendo sempre tutte le necessità.

Molto spesso combinazioni di strumenti differenti rappresentano la soluzione idonea per trasmettere il patrimonio nel rispetto delle singolarità di ogni caso.

Un altro strumento polifunzionale molto efficiente per trasmettere il patrimonio è rappresentato dalle assicurazioni sulla vita.

Queste, oltre ad assolvere molto bene il compito di proteggere e trasmettere il patrimonio, sono ottimizzatori fiscali molto efficaci, sia per l’esenzione dalle imposte sulla successione, sia per quello che riguarda la possibilità di compensare plus e minus tra strumenti differenti.

Come coniugare la polizza vita e il trust?

Un’architettura particolarmente usata ed efficiente è costituita dall’abbinata polizza vita e trust.

In pratica si utilizza una polizza vita, di solito multiramo, per gestire il patrimonio fintanto che il soggetto è in vita, lo stesso assume di solito il ruolo di contraente della polizza.

Il beneficiario, in caso di morte, è un trust “dormiente”, già costituito e configurato che verrà ad attivarsi solo alla morte del contraente.

Questa costruzione consente al soggetto di rimanere proprietario e di gestire il patrimonio finché in vita, con tutto quello che comporta:

  • godimento dei frutti;
  • possibilità di prelevare tutto o parte del patrimonio;
  • adattamento degli assets al variare del profilo rischio/rendimento.

Alla morte del contraente/assicurato viene ad attivarsi il trust beneficiario caso morte della polizza, che consente al disponente di assicurarsi che la gestione del patrimonio avvenga nel modo e con lo scopo da lui desiderato.

Evitando così che soggetti indesiderati possano entrare in possesso delle disponibilità.

Che strumento scegliere per la gestione del passaggio generazionale e per trasmettere il proprio patrimonio?

Come più volte evidenziato è fortemente sconsigliato il “fai da te”.

La singolarità di ogni situazione familiare, patrimoniale, imprenditoriale e personale impone lo studio di ogni situazione per individuare la soluzione più idonea a raggiungere gli scopi desiderati.

A volte una soluzione perfetta non si riesce neppure a trovare, perché il codice civile stabilisce dei principi contro cui nessuno strumento può andare, pena la nullità delle soluzioni implementate.

Ciò non toglie comunque la possibilità di utilizzare questi strumenti per trasmettere il patrimonio secondo le proprie esigenze, proteggendolo e ottimizzandone nel contempo la fiscalità.

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