Pagare meno tasse è da sempre un cruccio di noi italiani, specie quando si tratta delle tassa di successione. Scopri come ottimizzare la fiscalità dei tuoi investimenti legalmente.

Prima di capire se e come è possibile pagare meno tasse di successione, cerchiamo di avere una chiara idea di qual è la situazione attuale in Italia e in Europa.

Tassa di successione: come si calcola

Chiariamo qual è la parte di ricchezza di una persona, oggetto della successione. La tassa di successione viene calcolata considerando tutti i beni qui sotto elencati:

  1. Beni immobili (terreni, immobili residenziali, produttivi e commerciali);
  2. Attività finanziarie (conti correnti, strumenti finanziari);
  3. Partecipazioni societarie (quote di società).

La somma dei valori degli attivi appena elencati rappresenta il patrimonio che passa in successione e sul quale vengono applicate le imposte. Una volta sommati tutti gli attivi viene individuato il patrimonio che andrà suddiviso tra gli eredi secondo la legge.

Quant’è la franchigia sulla tassa di successione?

Attualmente in Italia la normativa in vigore prevede una franchigia di 1 milione di euro per erede, sulla base imponibile oltre alla quale vengono applicate le aliquote relative alle tasse di successione.

Le imposte sulla successione sono quindi oggi del 4% per i parenti in linea diretta (coniuge e figli), del 6% per i parenti fino al quarto grado e dell’8% per gli altri soggetti.

Quindi una volta determinata la dimensione del patrimonio complessivo che passa in eredità e individuati gli eredi, è facile determinare l’importo che ogni soggetto riceverà in successione. Se l’importo è superiore al milione di euro l’eccedenza viene tassata con le aliquote riportate qui sopra.

A quanto ammontano le aliquote sulla tassa di successione?

Le aliquote previste sulla tassa di successione sono:

  • 4% per i parenti in linea diretta – Franchigia di 1.000.000 € per erede;
  • 6% per i parenti fino al quarto grado – Franchigia 100.000 € a testa solo per fratelli e sorelle;
  • 8% per gli altri soggetti – nessuna franchigia.

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La tassa di successione in Europa

Proseguiamo cercando di capire se il contesto europeo ci porterà a pagare meno tasse di successione una volta che anche questa materia sarà regolata secondo un’unica legge.

Lo schema che segue evidenzia qual è la situazione europea sul tema delle tasse di successione e non solo.

Tassa di successione in Belgio:

  • discendenti in linea retta – 30%;
  • altri – 80%.

Tassa di successione in Finlandia:

  • discendenti in linea retta – 19%;
  • altri – 35%.

Tassa di successione in Francia:

  • discendenti in linea retta – 45%;
  • altri – 60%.

Tassa di successione in Germania:

  • discendenti in linea retta – 30%;
  • altri – 50%.

Tassa di successione in Italia:

  • discendenti in linea retta – 4%;
  • parenti fino al IV° grado – 6%;
  • altri – 8%.

Tassa di successione in Spagna:

  • discendenti in linea retta – 34%;
  • altri – 81,6%.

Tassa di successione in Regno Unito:

  • discendenti in linea retta – 40% (Franchigia di 305.000 sterline);
  • altri – 40% (Franchigia di 305.000 sterline).

Come ti sarai accorto, lo stato italiano è attualmente quello che consente di pagare meno tasse di successione rispetto alle principali nazioni europee. Quindi, da questo punto di vista, già vivi in un paradiso fiscale.

Ma la domanda rimane comunque lecita: come puoi pagare meno tasse di successione?

Strumenti finanziari e successione

Esistono determinati strumenti finanziari che non rientrano nel computo per determinare l’ammontare di patrimonio su cui verranno calcolate le imposte di successione.

Significa che investendo tutte, o parte, delle tue attività finanziarie (dei tuoi titoli, della tua ricchezza, del tuo patrimonio) attraverso questi strumenti, potrai effettivamente pagare meno tasse di successione.

Titoli esenti da tassa di successione

Abbiamo appena visto che esistono degli strumenti finanziari che non sono soggetti alle imposte di successione. Vediamo nel dettaglio quali sono:

  • titoli di stato italiani, quindi i titoli postali, regionali e comunali italiani;
  • titoli equiparati, cioè quelli fiscalmente regolati dalla stessa tassazione dei titoli di stato italiani;
  • titoli del debito pubblico;
  • titoli di stato emessi da stati appartenenti all’Unione Europea (o aderenti allo Spazio Economico Europeo);
  • titoli emessi da enti sovranazionali e organismi internazionali (Bei, Bers, Birs, ecc), che al momento sono equiparati ai titoli di stato italiani per effetto dell’articolo 12 del D. Lgs. 461/1997.

Tutti i titoli menzionati qui sopra sono esenti dalla tassa di successione e non devono neppure essere menzionati nella dichiarazione di successione. Tutti questi strumenti, quindi, possono aiutarti a pagare meno tasse di successione.

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Polizze vita e successione ereditaria

Esistono altri strumenti che possono farti aiutarti a pagare meno tasse di successione, sono ad alto contenuto finanziario ma hanno una natura differente: sono le polizze sulla vita.

Le assicurazioni sulla vita, al pari dei titoli di stato, sono esenti dalle imposte di successione e non devono neppure essere menzionate all’interno della dichiarazione di successione. Queste polizze appartengono al ramo primo, al ramo terzo o sono miste, ossia al loro interno contengono diversi strumenti sia del ramo primo che del ramo terzo.

Approfondiamo l’argomento e andiamo a conoscere le caratteristiche, non solo fiscali, di questi strumenti.

Oltre all’esenzione dall’imposta di successione, le polizze vita presentano caratteristiche interessanti che ne fanno uno degli strumenti più adatti a soddisfare diverse esigenze della clientela Private.

Vantaggi e benefici fiscali delle assicurazioni sulla vita

Oltre ad essere strumenti finanziari efficaci dal punto di vista rischio/rendimento, sono molto efficienti come ottimizzatori fiscali.

Partiamo dal codice civile e dall’articolo che definisce questi strumenti per capire bene cosa sono:

“L’assicurazione è il contratto col quale l’assicuratore, verso pagamento di un premio, si obbliga a rivalere l’assicurato, entro i limiti convenuti, del danno ad esso prodotto da un sinistro, ovvero a pagare un capitale o una rendita al verificarsi di un evento attinente alla vita umana.”

Art. 1882 del codice civile

Scopriamo insieme i principali benefici delle polizze vita.

Protezione del patrimonio

Le polizze vita sono insequestrabili e impignorabili. Queste caratteristiche le rendono idonee a proteggere il patrimonio di soggetti come imprenditori e liberi professionisti.

Spesso questi soggetti, in relazione alla loro attività, possono avere l’esigenza di tutelare il patrimonio di famiglia da eventuali “aggressioni” esterne.

L’art.1923 del codice civile (sez. III “Dell’Assicurazione sulla Vita”) dichiara esplicitamente che tanto “le somme dovute dall’assicuratore al contraente o al beneficiario non possono essere sottoposte ad azione esecutiva o cautelare”, caratteristica che rende questi strumenti quindi insequestrabili ed impignorabili.

Protezione in caso di morte dell’assicurato

Questi strumenti garantiscono ai beneficiari l’erogazione di un capitale o di una rendita al verificarsi di un evento avverso come la morte dell’assicurato.

Ecco quindi che si prestano come strumenti adatti alla gestione del patrimonio fintanto che l’assicurato è in vita, consentendo la gestione attiva del patrimonio stesso e, al contempo, assicurando i beneficiari nel caso questi venga meno.

Elevata efficienza finanziaria

Questi strumenti ad elevato contenuto finanziario consentono all’assicurato di poter disporre e gestire in maniera efficiente il proprio patrimonio finanziario.

Al loro interno possono essere utilizzati diversi strumenti finanziari come fondi, SICAV, ETF, anche di diverse società di gestione, consentendo quindi una gestione estremamente diversificata e monitorata dal punto di vista del rischio del portafoglio.

Elevata efficienza gestionale

Le polizze consentono al contraente di poter gestire e disporre del patrimonio in maniera totale durante la vita dello stesso. Il contraente può modificare i beneficiari, prelevare tutto o parte del proprio patrimonio conferito nell’assicurazione.

Al tempo stesso può modificare l’asset allocation dello strumento al variare delle condizioni di mercato e/o al variare del proprio profilo di rischio.

Ottimizzazione fiscale

Di rilievo è l’efficienza fiscale offerta da questi strumenti in diversi ambiti.

In primis questi strumenti sono esenti dalla tassa sulla successione (art. 12 del D. Lgs. n° 346/1990). Questa caratteristica li rende una delle forme più efficienti nella gestione del passaggio generazionale.

Le polizze vita consentono di fatto di evitare completamente l’applicazione delle imposte sulla successione. Ma la loro efficienza fiscale va oltre: sono infatti eccellenti ottimizzatori dal punto di vista della fiscalità sul capital gain.

Infatti, all’interno delle polizze vita possono essere compensate minusvalenze e plusvalenze su strumenti diversi che al di fuori delle polizze vita non “dialogano fiscalmente”.

In pratica, plusvalenze e minusvalenze realizzate su strumenti che normalmente non possono essere compensate, quando vengono realizzate tra strumenti contenuti in una polizza vita possono essere alienate tra loro.

Copertura previdenziale

Questi strumenti sono idonei a garantire un capitale o una rendita che, al momento del pensionamento, possa fungere da integrazione al patrimonio.

Possono essere infatti attivate a seconda degli strumenti utilizzati, delle opzioni di decumulo, cedola o rendita adatte ad integrare il patrimonio.

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Tipologie di polizze vita

Esistono diverse tipologie di polizze vita. Ci concentreremo brevemente a vedere le caratteristiche di quelle che hanno principalmente un alto contenuto finanziario:

  • polizze vita rivalutabili legate a gestioni separate;
  • polizze vita Unit Linked;
  • polizze vita Index Linked;
  • polizze vita multiramo.

Polizze vita rivalutabili legate a gestioni separate

Questa tipologia di polizze vita, detta di ramo 1, è tra le più antiche e diffuse nel mercato italiano.

Il capitale versato è garantito contrattualmente e spesso viene garantita anche una rivalutazione minima. La rivalutazione del capitale versato è annuale ed è legata all’andamento di un fondo assicurativo detto gestione separata.

La gestione separata è un fondo costituito da un insieme di attività finanziarie gestito dalla compagnia di assicurazioni, in cui confluiscono i premi derivanti dai contratti sottoscritti.

È a tutti gli effetti un patrimonio separato da ogni altro patrimonio della compagnia assicurativa e non rientra nel suo bilancio quindi, qualsiasi cosa succeda, nessuno lo potrà toccare.

Risulta quindi immediato che le vicende della compagnia, e quindi i suoi eventuali creditori, non possono toccare o influire sulla gestione separata.

Generalmente le gestioni separate investono in titoli di stato, titoli sovranazionali, in obbligazioni corporate di elevato rating e anche titoli “perpetual” con cedole molto elevate.

Spesso sono emissioni dedicate solo ad investitori istituzionali, di lunga durata e flusso cedolare particolarmente rilevante.

In alcuni casi previsti dal regolamento delle gestioni separate, una parte limitata delle stesse può venire investita in azioni secondo le indicazioni stabilite dal regolamento stesso.

I vincoli stabiliti dai regolamenti emanati dall’organo di vigilanza del settore assicurativo (IVASS) impongono che i patrimoni delle gestioni separate possano essere investiti solo in titoli (prevalentemente titoli di stato e obbligazioni) che rispettino l’esigenza di garantire la sicurezza, la redditività e la liquidità degli investimenti.

Aspetto di particolare rilievo è costituito da una particolarità consentita alle gestioni separate: il patrimonio di queste ultime, infatti, è investito in titoli che vengono valorizzati al prezzo a cui sono stati inizialmente acquistati (è il cosiddetto criterio di contabilizzazione a “valore storico”) fino a quando questi non vengono venduti.

Questo meccanismo rende talvolta molto conveniente l’utilizzo di tali strumenti, perché consente ai sottoscrittori, in particolari situazioni di mercato, di investire senza accollarsi fiscalmente il prezzo spesso elevato dei titoli sottostanti la gestione separata stessa.

Ogni anno società esterne alla compagnia certificano il rendimento della gestione separata.

I premi versati vengono quindi rivalutati dal rendimento così stabilito della gestione separata, dedotto dalle commissioni di gestione spettanti alla compagnia così come definito dai singoli regolamenti delle singole polizze.

Questa tipologia di polizze vita oltre a garantire il capitale versato prevedono anche il consolidamento delle rivalutazioni annuali, meccanismo che consente di consolidare i rendimenti ottenuti annualmente. In questo caso il capitale rivalutato diventa, ad ogni rivalutazione, il nuovo capitale assicurato e garantito.

In altri casi, stabiliti dal regolamento delle polizze, la rivalutazione viene distribuita sotto forma cedolare.

Le polizze vita di ramo primo prevedono solitamente una rivalutazione del capitale anche in caso di morte dell’assicurato.

I beneficiari ricevono, oltre al capitale rivalutato dall’andamento della gestione separata fino al momento del decesso dell’assicurato, un ulteriore rivalutazione stabilita secondo le tabelle demografiche IVASS e/o secondo quanto stabilito dal regolamento della polizza stessa.

Questa tipologia di assicurazioni posso avere una durata prestabilita ma molto spesso vengono sottoscritte con la formula “a vita intera”, che non prevede scadenza.

Con questa formula il capitale investito nella polizza vita può venire riscattato tutto o in parte dal contraente della polizza, oppure verrà liquidato nelle forme previste dal regolamento ai beneficiari in caso di morte dell’assicurato.

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Polizze vita Unit Linked

Le polizze vita Unit Linked, dette anche di ramo terzo, investono i premi versati in quote di fondi e/o SICAV di diritto italiano e/o estero.

I fondi oggetto d’investimento possono essere:

  • interni, costituiti da fondi, SICAV ed etf selezionati dal gestore dell’assicurazione e custoditi in un basket interno definito;
  • esterni, costituiti da normali fondi, SICAV ed etf selezionati dal sottoscrittore stesso tra quelli previsti dal regolamento della polizza. Di solito, in questo caso, il sottoscrittore può anche variare l’asset allocation della unit, durante la vita dello strumento, al mutare delle sue esigenze in termini di profilo di rischio/rendimento.

Questa tipologia di polizze di solito non prevede la garanzia del capitale investito e/o un rendimento minimo garantito, mentre normalmente è sempre prevista una rivalutazione per i beneficiari della polizza del capitale presente al decesso in caso di morte dell’assicurato.

Spesso anche questa tipologia di assicurazioni viene stipulata con la formula “a vita intera”: il capitale investito in polizza può venire quindi riscattato tutto o in parte dal contraente della polizza, oppure viene liquidato nelle forme previste dal regolamento ai beneficiari in caso di morte dell’assicurato.

In ogni caso, il capitale liquidato viene regolato al prezzo di mercato delle quote degli strumenti che compongono la Unit e, quindi, potenzialmente ad un valore anche inferiore a quello di sottoscrizione.

Polizze vita Index Linked

Anche le polizze Index Linked appartengono al ramo terzo e il loro risultato finale dipende dall’andamento di un indice collegato alla polizza.

Questo indice collegato può essere costituito da diversi tipologie di strumenti finanziari:

  • indici di borsa;
  • indici azionari settoriali;
  • titoli azionari o portafogli di titoli azionari;
  • fondi comuni;
  • tassi di cambio.

Normalmente è prevista una scadenza predefinita e di solito viene prevista una copertura in caso di morte dell’assicurato. Alla scadenza, restituiscono almeno il capitale investito.

Spesso prevedono anche un rendimento minimo, pagato alla scadenza oppure sotto forma di flusso cedolare nel corso della durata contrattuale.

Una polizza vita Index Linked cerca quindi di raggiungere contemporaneamente due obiettivi: investire in un indice (e/o titoli) soggetto alle oscillazioni del mercato e garantire a scadenza almeno il capitale investito.

Per ottenere questo risultato, la polizza Index Linked investe in una “struttura finanziaria” (detta anche “titolo strutturato”) che è formata normalmente da:

  • un’obbligazione, normalmente uno zero coupon, che alla fine del periodo di investimento deve avere un valore almeno pari a quanto sottoscritto;
  • uno o più strumenti derivati (in genere delle opzioni) che servono a “linkare” la performance all’indice di riferimento.

In pratica, una volta fatto 100 il patrimonio investito in questi strumenti, la maggior parte dell’investimento viene utilizzato per acquistare un’obbligazione zero coupon, che a scadenza avrà un valore pari a quanto investito.

Il prezzo di questo zero coupon normalmente si aggira intorno all’80/90% dell’investimento.

La parte residua viene utilizzata per comprare una o più opzioni che costituiscono l’aggancio all’indice di riferimento, come previsto dalle condizioni della polizza.

Durante il periodo dell’investimento, la componente “obbligazione” si rivaluta fino a raggiungere, alla scadenza, un valore pari all’investimento iniziale.

A quel punto entra in gioco l’opzione: se l’obiettivo stabilito al momento dell’emissione è stato raggiunto, il rendimento ottenuto viene sommato al valore dell’obbligazione e rimborsato ai sottoscrittori.

In caso contrario, l’opzione viene “abbandonata” perché si azzera di valore e viene rimborsato al sottoscrittore il valore della sola obbligazione.

Il capitale investito in polizza può essere riscattato tutto o in parte dal contraente della polizza al prezzo di mercato degli strumenti che compongono la index (obbligazione zero coupon e opzione/i) e quindi, potenzialmente, ad un valore anche inferiore a quello di sottoscrizione.

Polizze vita multiramo

Ultimamente, questa tipologia di polizza sta prendendo molto piede, specie nei portafogli della clientela Private di elevato standing.

Essendo costituite da prodotti assicurativi diversi e spesso componibili si sono dimostrate uno strumento estremamente versatile ed efficace. Le polizze multiramo possono contenere al loro interno diversi strumenti di carattere finanziario come:

  • polizze di ramo primo;
  • fondi comuni;
  • SICAV;
  • etf;
  • etc.

Questi strumenti normalmente non “dialogano” tra loro dal punto di vista fiscale, ma quando sono inseriti in un unico “contenitore” come le polizze multiramo, consentono la compensazione delle loro plus e minusvalenze realizzate.

Ecco che allora questo strumento diventa terribilmente efficace anche come ottimizzatore fiscale, oltre che dal punto di vista assicurativo, finanziario e successorio.

Le polizze multiramo possono contenere anche una serie di strumenti di copertura di carattere assicurativo come:

  • TCM (polizze temporanee caso morte);
  • polizze a copertura delle eventuali minusvalenze realizzate.

Oltre al contenuto finanziario e assicurativo, le polizze multiramo prevedono diversi servizi che permettono un elevato grado di personalizzazione ed efficienza:

  • cedola;
  • decumulo;
  • life Cycle.

Ecco spiegato perché queste polizze sono diventate molto presenti nei portafogli della clientela Private. Oltre a consentire di pagare meno tasse di successione presentano numerosi benefici assicurativi e sono perfette per ottimizzare la fiscalità complessiva del portafoglio.

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